Tuttavia, non si limitava a un puro razionalismo. Socrate parlava spesso di un "daimon", una sorta di voce interiore o intuizione che lo guidava nelle scelte morali, suggerendo una dimensione di conoscenza non strettamente logica ma legata a un'intuizione profonda della verit?.
Dunque, la sua ricerca del sapere univa l’analisi razionale alla consapevolezza interiore, ponendo l’accento sulla capacit? dell’uomo di riconoscere la propria ignoranza e di ricercare il vero attraverso il dialogo e il pensiero critico.
A questo proposito, propongo una rilettura del celebre aforisma "Conosci te stesso e conoscerai il mondo", trasformandolo in: "Ascolta te stesso e saprai cosa ? il mondo". L'ascolto di s? non ? un'analisi razionale, ma una fusione della coscienza nelle meccaniche nell'essere libero dl programma aquisito in questa vita, senza ridurre conoscenza ed avanzamento in concetti o semplici associazioni intellettuali.
L'essere umano in generale tende a prendere per vere le informazioni che si configurano come comode e riconosciute dalla collettivit?. L'adesione acritica ? un meccanismo semplice, che non richiede lo sforzo di una verifica interiore. Inoltre, la personalit? si illude di accogliere ci? che ? nobile e universalmente accettato, spesso per paura del giudizio altrui, con la preoccupazione di apparire privo di umilt?, oltretutto non ce nulla di co che si ascolta che possa trasformarsi e radicare nel vero dell essere sensa che questo abbia compiuto un sforzo sulla destrutturazione della personalita. Questa umilt? ? un costrutto distorto, un compromesso sociale pi? che un autentico stato dell'essere.
Ogni affermazione o idea che si esprime ? soggetta a critiche, contraddizioni e dinamiche di potere. La parola non ? solo un mezzo di comunicazione retto dalla grammatica, ma uno strumento che agisce in base al grado gerarchico dell'individuo nel sistema sociale. Il tono, la vibrazione e la collocazione dell'individuo influenzano profondamente il messaggio trasmesso.
Individuo quattro vettori nella comunicazione con cui esercitare il linguaggio
Ordine
Richiesta
Stadio neutro (presenza di entrambi)
Gioco
Anche lo sguardo comunica attraverso questi quattro vettori, poich? la comunicazione coinvolge l'intero essere. Non si tratta solo di trasmettere informazioni, ma di un processo costante di auto-valutazione e posizionamento all'interno della dinamica di potere. Ci? che diciamo ? sempre in relazione con ci? che desideriamo, con ci? che vogliamo evitare, con la percezione del potere che esercitiamo e che ci viene riconosciuto.
La realt? e la conoscenza si strutturano attraverso modalit? di indagine che rispondono a domande fondamentali, e non parlo di interazioni super complesse ma nel semplice dialogare con se stessi, poiche parlare e confrontarsi con ilproprio pensiero o con un itelocutore, per vie incosce ? uguale, dunque noto l'alienazione del penasre, il quale sfugge alla propria padronanza:
individuo delle forme che agscono nel pensiero sensa che lumano ne prenda coscienza, ma queste caselle sono sempre attive nell manifestarsi di uno stimolo nell elaborarlo e nel dedurlo sotto forma di risposta
Locazione: Quando? Dove voglio arrivare? Dove deve andare questa conoscenza?
Usativo: A cosa mi serve!? A chi serve!? A quanti serve!?
Detentivo: È vero?! È valido?!- Promozionale: Negazione?! Astensione! ? Affermazione!? assertiva?!
Queste categorie sono esercitate attraverso diverse modalit?:
Affermazione--Dubbio--Interrogazione--Giocosita--Sospetto--Criticit?--Indifferenza--Ricerca--Negazione e astensione assertiva
Il valore che attribuiamo alla conoscenza e alla comunicazione dipende dal nostro riconoscimento interiore del potere. L'essere si colloca tra due poli: padrone sovrano della propria esperienza o schiavo-servitore delle dinamiche esterne.
Nel processo di risveglio della coscienza, si diventa sempre padroni di s?, ma senza ricorrere a forze dissociative che fissano l'identit? in un ruolo statico. Il risveglio non ? un atto di dominio, ma una trascendenza dei limiti imposti dalla manipolazione dialettica.
Il concetto "Conosci te stesso e conoscerai il mondo" viene dalla ignoranza frainteso come un invito all'acquisizione di conoscenze scientifiche, fisiche, chimiche, mediche, e queste prese di posizione portano lindividuo al credo di sapere, che in fine giustifica se nel complesso In ambiti tecnici, ci? ha una validit? concreta: non ci si pu? improvvisare architetti o piloti di aerei senza studio e pratica. Tuttavia, applicare lo stesso criterio al mondo politico, militare, spirituale e sociale riduce la coscienza a un meccanismo tecnico, privandola della sua autentica natura intuitiva.
La psicologia metafisica e le scianze spirituali suggeriscono che la realt? ? inconoscibile nel senso ordinario del termine. Non si tratta di accumulare informazioni, ma di comprendere la funzione delle cose, il perch? della loro manifestazione. L'intelletto, da solo, tende a riportare ogni indagine a se stesso, creando un loop sterile che limita l'espansione della coscienza.
Nella scienza si ricerca un metodo non contraddittorio per non perdere tempo, denaro e per ottenere certezze applicabili. Ma applicare questo stesso metodo alla conoscenza di s? ? limitante: non promuove la vera consapevolezza, ma solo un avanzamento tecnico privo di profondit?.
L'essere umano, immerso nella rete del linguaggio e delle strutture concettuali, finisce per essere intrappolato in una realt? che si autoconsuma nella parola. Il linguaggio stesso, se non compreso nella sua dimensione metafisica, diventa una prigione che separa l'essere dal suo autentico riconoscimento. L'essere non ? conoscibile nei concetti afferrabili, poich? questi ultimi generano un vincolo tra il valore dell'io e la definizione che gli viene attribuita. Per questo, vi ? la necessit? di un metodo alternativo, che trascenda la dimensione cognitiva ordinaria e permetta di entrare in contatto con la realt? attraverso il sentire.
L'indagine sulle nature emozionali e sulle meccaniche fisse della ragione permette di educare il corpo a un'ascensione che non ? solo mentale, ma integrale. Il linguaggio, in questo contesto, si aggrega a forze inconsce e subconscie, divenendo uno strumento per giustificare la pretesa dell'io. Solo attraversando e integrando il processo interiore si pu? giungere alla vera identit?, quella che si rivela non per accumulo di concetti, ma per dissoluzione delle illusioni.
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